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LE ERE GEOLOGICHE

Generalmente si suddivide poi la storia della Terra in ere (cioè in quantità di tempo), specificamente Precambriana (o Precàmbrica), Paleozoica, Mesozoica, Cenozoica e Neozoica (e dove –zoico, cioè la vita, indica poi la relazione con il manifestarsi, nelle ere, di forme di vita animale e vegetali nei vari ambienti, o biocenosi; e dove –cambriano deriva dal nome latino del Galles, Cambria e paleo-, meso-, ceno- e neo- indicano, rispettivamente, ciò ch’è vecchio, ciò ch’è mediano, di mezzo, ciò ch’è nuovo e ciò ch’è recente); il Precambriano dura ca. 4 miliardi di anni, volendo ca. l’86% del tempo trascorso dalla formazione della Terra a oggi; le ere, a loro volta, si suddividono poi in sottogruppi che variano di numero secondo l’era e, ignorando per ora il Precambriano (era nella quale si formano la crosta solidificata della geosfera e la sua differenziazione in placche, o zolle, che danno origine alla deriva dei continenti e allo spostamento del bacino degli oceani, e intendendo con oceano la massa d’acqua marina che circonda in un complesso unico e continuo le terre emerse, cioè l’idrosfera, v. infra, cui s’aggiungano un’atmosfera in cui si presentano l’ossigeno e le prime manifestazioni di vita, tra cui i simbionti batterici e i protisti), si classifica come Paleozoica l’era che va dal Cambriano al Permiano (e dove, con il Cambriano, la suddivisione si fa in epoche o piani; in quest’arco temporale si presentano processi di sedimentazione nei mari e cicli orogenetici legati alle frequenti attività vulcaniche, si sviluppano la flora e la fauna pluricellulare invertebrata, dove la flora si manifesta in un vero e proprio rigoglio di piante primitive come manifestano i giacimenti di carbone, mentre la fauna, in un arco di tempo geologicamente breve, tra 540 e 520 milioni d’anni fa, si presenta con speciazioni che presentano tassi di cambiamento superiori di ben 4 o 5 volte rispetto a quelli propri ai successivi 500 milioni di anni, cioè mostrando forme viventi già abbastanza evolute, con scheletri esterni, o esoscheletri, e apparati diversificati, che daranno origine a tutti gli attuali phyla[1] animali, compreso il phylum dei cordati (o Chordata), a cui appartiene anche Homo sapiens, il tutto in un clima che si presuppone caldo e uniforme e dove si distribuiscono nei due emisferi, in una configurazione molto diversa dall’attuale, le terre emerse separate da un oceano e già in fase di colonizzazione arborea e animale); come Mesozoica l’era che va dal Triassico (o Trias) al Cretacico (o Cretaceo, dove si manifesta nelle terre emerse in via di frammentazione l’orogènesi andina e dove il clima muta diventando prima caldo e arido e poi umido e dove, infine, s’affermano le conifere, le piante con fiori, legate queste ultime allo sviluppo degli imenotteri, quali api e vespe, che operano come impollinatori; si sviluppano anche i rettili e compaiono gli uccelli e i primi mammiferi); come Cenozoica l’era che va dal Paleocene al Pliocene (in questo lungo periodo i blocchi continentali iniziano a sfaldarsi creando via via quella che sarà poi la loro attuale configurazione e si presenta e si conclude il ciclo orogenetico delle Alpi e quello dell’Himalaya e si presentano grandi fluttuazioni climatiche e imponenti sviluppi di mammiferi, uccelli e piante con fiori) e come Neozoica quella che va dal Pleistocene all’Olocene (era dove si stabilizza la configurazione dei continenti e degli oceani e si manifesta un clima soggetto a inediti periodi glaciali che coprono, con coltri di ghiaccio, oltre ¼ delle terre emerse, mutamenti climatici  che fanno sì che vi siano ripetute migrazioni di flora e fauna, ivi compreso in quest’ultima lo sviluppo di forme animali adatti alla vita in ambienti freddi e anche il processo d’ominazione che porterà alla specie Homo sapiens e che fa la sua comparsa grosso modo a cavallo tra il Cenozoico e il Neozoico; la ripetizione di –cene nella classificazione delle ere, che si ha a partire dal Paleocene, rimanda poi a recente, che s’intende poi come qualificatore di durata del significato complessivo del termine); si ricorda che si possono trovare nella letteratura anche termini come Azoico, Archeano e Proterozoico (dove azoico sta per senza vita) che, di fatto, sostituiscono il Precambriano, classificato un tempo anche come Archeozoico o Criptozoico (dove cripto- sta per nascosto); che il Terziario può essere sostituito da Paleogene e Neogene (che ne riclassificano anche le durate temporali e dove –gene sta per origine, generazione), che le ere Paleozoica, Mesozoica e Cenozoica possono trovarsi raggruppate nel termine Fanerozoico (e Azoico, Archeano e Proterozoico diventano il Prefanerozoico, un tempo detta Criptozoico, dove fanero- sta per manifesto, evidente, chiaro, e Prefanerozoico e Fanerozoico sono due èon, o eoni, dove èon indica un intervallo di tempo che abbraccia più ere geologiche) o rimandare a periodi impropriamente detti Primario (l’era Paleozoica), Secondario (l’era Mesozoica), Terziario (l’era Cenozoica) e Quaternario (l’era Neozoica) e che le classificazioni (e i periodi) possono variare da paese a paese. La tabella seguente mostra il succedersi cronologico sopra delineato (non è però rispettata, bensì ribaltata, la normale logica che presiede a questa tipologia di tabelle e che vede il passato, primo nel tempo, agli ultimi posti della tabella):

EONE
ERA
PERIODO
DATE APPROSSIMATIVE (IN MILIONI D’ANNI FA)
EPOCA
DATE APPROSSIMATIVE (IN MILIONI D’ANNI FA)
COMPARSA DELLE FORME VIVENTI
PREFANEROZOICO
PRECAMBRIANA
---
4650-590
AZOICO
4550-4000
---
ARCHEANO
4000-2500
ALGHE, CELLULE PROCARIOTE,
CELLULE EUCARIOTE
PROTEROZOICO
2500-541
FANEROZOICO
PALEOZOICA
PRIMARIO
  590-248
CAMBRIANO
  541-500
MOLLUSCHI, TRILOBITI
ORDOVICIANO [1]
  500-440
PESCI, CORDATI
SILURIANO [1]
  440-416
PIANTE VASCOLARI TERRESTRI
DEVONIANO [2]
  416-359
ANFIBI, INSETTI
CARBONIFERO [3]
  345-290
FORESTE DI FELCI, RETTILI
PERMIANO [4]
  290-245
---
MESOZOICA
SECONDARIO
  248-66,5
TRIASSICO [5]
  245-195
MAMMIFERI
GIURASSICO [6]
  195-138
UCCELLI
CRETACICO [7]
  138-66,5
PIANTE CON FIORI, PRIMATI
CENOZOICA
TERZIARIO
    66,5-1,8
PALEOGENE
PALEOCENE
  66,5-54
MAMMIFERI ERBIVORI, MAMMIFERI CARNIVORI
EOCENE [8]
  54-36
OLIGOCENE [9]
  36-25,2
NEOGENE
MIOCENE [10]
  25,2-5,2
PLIOCENE [11]
    5,332-2,588
NEOZOICO
QUATERNARIO
1,8 a.C. - OGGI
PLEISTOCENE [12]
    2,588-11 700 a.C.
OLOCENE [13]
11 700 a.C.- OGGI
[1] Dal nome di due tribù celtiche stanziate nel Galles, Ordovices e Siluri.
[2] Dal nome di una zona della Cornovaglia, il Devonshire.
[3] Così detto dal latino carbo, carbonis, carbone, e fero, porto (da portare).
[4] Dal nome antico, Perm, di una provincia russa degli Uràli.
[5] Dal fatto che molti giacimenti sono contraddistinti da tre strati, e dove il tre rimanda al greco τριάς (trias), triade.
[6] Dal nome di una regione francese tra la Francia e la Svizzera, il Giura, Jura.
[7] Dal nome di importanti giacimenti di calcare bianco ritrovati nel bacino di Parigi, e detti in francese craie, traduzione del latino creta.
[8] Dal greco ἠώς, eos, alba, mattino.
[9] Dal greco ὀλίγος, oligos, scarso, poco.
[10] Dal greco μείων, meion, di meno.
[11] Dal greco πλεῖον, pleion, molto.
[12] Dal greco πλεῖστος, pleistos, molto di più.
[13] Dal greco ὅλος, holos, completo, integro (è detto anche Postglaciale).

Tabella n.

La figura seguente mostra la precedente descrizione sotto forma visiva (con quello ch’è detto orologio geologico; il termine Adeano, presente nella figura, deriva dal greco ῎Αδης, in latino Hades, cioè dall’Ade, il nome del dio che per i greci regnava sull’oltretomba, ossia su un luogo buio, a significare dunque un qualcosa di cui non si vede e conosce nulla, ed è pari al sopra citato Azoico):


Figura .  . Fonte: Creative Commons.

Per familiarizzare con queste e altre scansioni cronologiche presenti nel prosieguo del testo, cioè per percepire e valutare grosso modo espressioni come un miliardo d’anni fa, può risultare utile ricorrere a una tabella, come quella mostrata nella figura a seguire, che paragona la durata di un anno a quella dell’intera storia della Terra (e, su questa scala, ogni secondo equivale a 143 anni, ogni minuto a 8850 anni, ogni ora a 514 800 anni e ogni giorno a 12,35 milioni di anni di storia geologica, per la precisione 12 352 200, un mese come gennaio a 383,01 milioni d’anni fa, o meglio 383 011 200) etc.; essendo le date della tabella quelle del 1988, esse non collimano con quelle sopra indicate giacché queste datazioni sono soggette a continui riaggiustamenti, ciò che non impedisce però di familiarizzare con il concetto in gioco:


Figura n.  . Fonte: van Andel, 1988, p. 44.


[1] Per convenzione, i nomi di genere (per esempio, Homo) e specie (per esempio sapiens) vanno scritti in corsivo, ma non le divisioni superiori; per cui, secondo questa convenzione, phyla e phylum non andrebbero scritti in corsivo come sopra s’è fatto; questa convenzione non è però in questo testo rispettata per i nomi d’origine straniera, riportati sempre in corsivo.
DATE D’ORIGINE DELL’UNIVERSO E DEL SISTEMA SOLARE


Le date d’origine, tutte convenzionalmente fissate, sono in miliardi d’anni fa; nello specifico la data di nascita dell’Universo (e della materia che lo costituisce, v. infra) rimanda a 13,798 miliardi d’anni fa (e con un margine di errore di 0,037 miliardi d’anni fa) e quella del Sole e del Sistema solare (compresa la Terra) data a 4,550 miliardi d’anni fa (con un margine di errore di 70 milioni d’anni fa).
NOTAZIONE NUMERICA

Per indicare numeri molto grandi, specie quando la scala riguarda aspetti della materia, s’usa a seguire la notazione che fa ricorso a potenze (cioè multipli) di 10; per esempio, nei numeri positivi, 1x10=10 è scritto 101, 10x10=100 è scritto 102, 10x10x10=102x10=1000=103, 10x10x10x10=103x10=10 000=104 e così via, tanto che l’esponente indica quanti zero ci sono (così 10 000 000 000=1010) etc. ; nel caso si debba poi indicare, sempre per esempio, 7 300 000, esso diventa 7,3x1 000 000, cioè 7,3x106 (come dire che il numero dei numeri presenti dopo la virgola ci dà la potenza di 10 in gioco); nel caso i numeri siano negativi (cioè preceduti dal segno meno), s’indica nell’esponente negativo il numero degli zeri che precedono e seguono la virgola decimale, per esempio 0,0001 diventa 10-4, 0,000001 diventa 10-6 e 10-11 diventa 0,00000000001 (il che è dire che, dato un esponente n, 1/10n è uguale a 10-n); nel caso si dovesse scrivere 0,0034, esso diventa 3,4x1/103, cioè 3,4x1/10x10x10, ossia 3,4x10-3; se per esempio la massa dell’elettrone è 9,1x10-28 g, esso in origine è scritto come 0,00000000000000000000000000091. In ogni caso, valga come repertorio immediato la seguente tabella:

POTENZE DI DIECI
IN POTENZA
IN NUMERI
IN LETTERE
106
1 000 000
Un milione
10-6
1/1 000 000
Un milionesimo
109
1 000 000 000
Un miliardo
10-9
1/1 000 000 000
Un miliardesimo
1012
1 000 000 000 000
Un trilione [1]
10-12
1/1 000 000 000 000
Un trilionesimo
1018
1 000 000 000 000 000 000
Un miliardo di miliardi
[1] Corrisponde a mille miliardi (a un milione di milioni); leggendo testi recenti in lingua, occorre
stare attenti al fatto che, per i tedeschi e gl’inglesi, un trilione rimanda a un miliardo di miliardi,
ossia a un milione di milioni di milioni, cioè a 1018.


Tabella n.  .